A Perfect Circle – il concerto di Roma (Review)

Appena arrivati siamo accolti da cartelli minatori affissi ovunque: “Sono tassativamente vietate le riprese video e le fotografie di qualunque tipo e da qualunque posizione. Qualunque violazione di queste legittime e ragionevoli richieste potrà facilmente determinare la sospensione o cancellazione dello spettacolo, ad insindacabile discrezione dell’Artista”. Ed ho fatto subito una foto al cartello

Al banchetto del merchandise, le magliette costano 45 euro. A un prezzo del genere, potrei indossarla al mio matrimonio

Maynard produce un vino nelle sue cantine “Caduceus”, il Nebbiolo Judith, che costa circa 125 dollari a bottiglia. A un prezzo del genere, potrei berlo al mio matrimonio

Comunque mettere due bottiglie di vino al banchetto del merchandise sarebbe stata una mossa vincente. Invece hanno optato per il peluche di un polpo

Sul parterre e sul palco c’è un buio tale che ho dovuto chiedere assistenza e un pastore tedesco per orientarmi all’interno del Palalottomatica

Assistiamo all’esibizione di Chelsea Wolfe. O almeno credo sia lei. Non si vede un cazzo ma la voce sembra quella di una donna

Anche la batterista sembra essere una donna, ma non si vede un cazzo, figuriamoci due tette

Ci sono solo luci solo dietro al palco. Praticamente è come vedere uno spettacolo di ombre cinesi

Chelsea Wolfe (o la sua controfigura) all’inizio sembra interessante e ti rapisce, ma dopo un quarto d’ora diventa più pallosa di uno spettacolo di ombre cinesi e preferiresti essere rapito dall’Anonima Sarda

In attesa degli A Perfect Circle, uno della crew coi baffi passa l’aspirapolvere durante il sottofondo musicale. Praticamente sembrava il video di “I want to break free” dei Queen

Poco prima dell’inizio del gig degli A Perfect Circle si sente una voce fuoricampo che grida “Ciao Roma!”. Pensando fosse Maynard, tutti i presenti hanno avuto mancamento. Invece era Alvaretto, uno della crew locale

Alvaretto sale sul palco e arringa il pubblico dicendo di non fare foto, video e di non usare i flash dei telefonini perché sennò l’Artista interrompe lo show. Alvaretto non sa nemmeno come si chiami l’Artista, però ci tiene a precisare che sarà un evento memorabile

Alvaretto aveva comunque ragione

Chi cazzo è Alvaretto?

Alvaretto è un nome di fantasia, perché davvero non so chi cazzo sia quello che è salito sul palco

Finalmente inizia lo show. Chiaramente il palco non è illuminato

Dopo aver visto due concerti della band al buio, sono giunto ad una conclusione: gli A Perfect Circle non pagano le bollette

La cosa più luminosa sul palco è la pelata di Billy Howerdel

Maynard usa una parrucca perché due pelate sul palco farebbero troppa luce

Si intravedono vagamente le sagome dei musicisti muoversi. Ma potrebbero anche essere marionette

Il pubblico si dimostra civile e comprensivo e non scatta foto. Quei rarissimi stolti che ci provano, vengono subito immobilizzati coi taser dai ninja della security che sbucano dal nulla

Intorno a me hanno serenamente tagliato un paio panetti di fumo, fumati la Giamaica e pippati la Colombia. Ma guai a fare una foto!

Io ho fatto tre foto, lo ammetto. Non ero così terrorizzato da quando, adolescente, guardavo “Colpo Grosso” chiuso in camera mia temendo di essere scoperto

Se non sapete cosa sia “Colpo Grosso”, siete dei poppanti. Se invece lo sapete, siete dei vecchi catorci segaioli. Come me

Noi non possiamo fare foto perché a Maynard danno fastidio i flash. Le luci sparate sul pubblico però m’hanno fatto perdere tre diottrie. Maynard è un simpatico stronzo

La musica è perfetta, sembra di ascoltare il disco. Se accendessero le luci, forse scopriremmo che stiamo ascoltando davvero il disco

Non si vede un cazzo, allora scrivo ad Alvaretto di raccontarmi il concerto dal backstage

Alvaretto mi dice che Maynard ha un completo celeste e una cravatta rossa. Mi fido

Alvaretto mi dice pure che James Iha non è sul palco, perché il suo ristorante giapponese di sushi “all you can eat” sta andando alla grande e non gli va più di suonare al buio

James Iha paga regolarmente le bollette del suo ristorante

Maynard si muove come Claudio Bisio quando fa il mimo

Quando la band esegue “So long, and thanks for all the fish” sugli schermi appaiono specie ittiche su sfondo celeste. Praticamente sembra di entrare alla Pescheria Marcello di via Tuscolana

Alvaretto mi dice che Maynard ad un certo punto ha tirato fuori l’uccello. E nessuno è in grado di smentirlo

il pubblico è quieto e in religioso silenzio. Praticamente dorme. Colpa del buio

quando la band suona “Judith”, il pubblico ha un sussulto improvviso e tanti corrono veloci come se dovessero spostare la macchina in doppia fila 

Maynard è in giornata e, oltre a cantare divinamente, dice persino una ventina di parole: ricorda che è l’ultima data del tour e poi presenta tutti i musicisti. Senza però menzionare Alvaretto. Invidioso

Maynard, dopo un’ora e mezzo di concerto impeccabile, ringrazia e dice che possiamo finalmente fare fotografie. Praticamente tutti abbiamo una foto ricordo dei cellulari di quelli che ci stavano davanti

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