Impressioni sul concerto dei Pearl Jam a Roma

Ho capito che sarebbe stata una giornata perfetta quando ho scoperto che gli Stereophonics non avrebbero aperto il concerto di Roma.

Se non conoscete gli Stereophonics, beh… continuate a farvi i cazzi vostri.

Ho capito che sarebbe stata una giornata un po’ meno perfetta quando ho scoperto che c’erano 4 cessi chimici per 40 mila persone.

Ho capito che avrei usato spesso quei 4 cessi chimici quando ho scoperto che vendevano solo birra Carlsberg, la famosa “birra in prestito”: la bevi e la pisci due minuti dopo.

Nel parterre c’erano decine e decine di bibitari. Li ho trattati con rispetto e dandogli del lei: potrebbero essere i prossimi Ministri del Lavoro nonché vicepremier.

Il pubblico è variegato, tranquillo, pacifico. L’unico invasato che ho visto è Maradona, sui maxi schermi che trasmettevano Argentina-Nigeria.

Salvini ha fatto spegnere i maxi schermi all’inizio del secondo tempo: c’erano troppi nigeriani in campo.

Ho capito che sarebbe stata una giornata perfetta quando i Pearl Jam hanno iniziato il concerto con “Release”.

L’accenno di “Interstellar Overdrive” mi ha fatto tornare alla mente che fu una delle prime canzoni in assoluto che imparai a suonare. Più precisamente, imparai a suonarla male.

Dopo 5 canzoni sono piuttosto contrariato: non riesco a trovare difetti a questo concerto.

Eddie Vedder è in formissima: ha recuperato la voce e la tinta di capelli color ciliegio (codice esadecimale #592321) lo fa sembrare un ragazzino.

Eddie Vedder si ostina a leggere fogli scritti in italiano. Carino da parte sua, ma giuro che lo capisco meglio quando parla inglese.

Eddie Vedder ha presentato Mike McReady come il “citarista” della band. Deve aver bevuto troppo “cianti” nel backstage.

Quel distinto signore con gli occhialetti alla sinistra del palco, tale Stone Gossard, non sembra molto felice. Probabilmente è il professore d’italiano di Eddie Vedder.

Eddie Vedder ha sempre avuto difficoltà con l’italiano. Quando si sposò in Campidoglio nel 1994, si portò un foglio con scritto “Si, lo voglio”.

Jeff Ament viene presentato come il “Dio del basso”. Lui, per rafforzare il concetto, ha sfoggiato un basso color rosa maiale (codice esadecimale #FFC0CA).

Matt Cameron si conferma l’unico batterista al mondo che può suonare tre ore di fila senza sudare, senza cambiare espressione come i Moai dell’Isola di Pasqua, senza che la sua pettinatura si sposti di un solo millimetro e senza azzeccare mai, in 18 anni, il giusto timing di “Even Flow”.

Matt Cameron canta la cover dei Kiss “Black Diamond” e si conferma l’unico cantante al mondo che può suonare tre ore di fila senza sudare, senza cambiare espressione come i Moai dell’Isola di Pasqua, senza che la sua pettinatura si sposti di un solo millimetro e senza azzeccare, in 3 minuti, la giusta intonazione di “Black Diamond”.

I Pearl Jam fanno una cover di Brandi Carlile. Se non sapete chi sia, tranquilli. Nessuno lo sa fuori dal suo condominio.

Ovviamente i Pearl Jam abitano nello stesso condominio di Brandi Carlile.

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